Glis glis Linnaeus, 1766

Phylum: Chordata Haeckel, 1874
Classe: Mammalia Linnaeus, 1758
Ordine: Rodentia Bowdich, 1821
Famiglia: Gliridae Muirhead in Brewster, 1819
Genere: Glis Linnaeus, 1766
Italiano: Ghiro
English: Edible Dormouse, Fat Dormouse
Français: Loir gris, Loir commun, Loir ordinaire
Deutsch: Siebenschläfer
Español: Lirón gris
Descrizione
Lungo circa 30 centimetri di cui 13 (circa) di coda, pesa in media 75 grammi. Ha una pelliccia di colore grigio castano sul dorso, mentre il ventre è bianco; il muso è caratterizzato da due grandi occhi e da folte e lunghe vibrisse (lunghi peli a lato del muso con funzione tattile), le orecchie, di forma rotondeggiante, sono piuttosto piccole e fuoriescono di poco dalla pelliccia. Può essere confuso con uno scoiattolo, da cui può essere distinto osservando la coda che mantiene sempre lunga e distesa. Predilige gli ambienti boschivi, a quote tra i 600 ed i 1500 m. Solitamente frequenta parchi, giardini e boschi, in particolare quelli ricchi di sottobosco e caratterizzati dalla presenza di vecchi alberi dove può reperire facilmente numerose cavità, all'occorrenza adibite a rifugio o nido. Soprattutto durante i mesi invernali, può servirsi delle case rurali come momentaneo riparo. Il ghiro è generalmente notturno: di solito esce dal proprio nascondiglio poco dopo il tramonto per poi ritornarvi prima dell'alba. Durante il giorno sta nascosto in cavità di alberi, in anfratti oppure in nidi, dalla forma rotondeggiante, che egli stesso costruisce con foglie, fronde e muschio. In autunno l'animale aumenta notevolmente di peso, accumulando così una notevole quantità di grasso che gli sarà essenziale per sopravvivere durante il lungo letargo invernale (resta in letargo per 6 mesi). Per il letargo possono essere contemporaneamente usati da più individui gli stessi ripari. La dieta del ghiro, basata essenzialmente sui vegetali, varia durante l'arco dell'anno ed è costituita principalmente da castagne, ghiande, nocciole, bacche, frutti di bosco; in autunno vengono consumati anche i funghi. Una minima parte dell'alimentazione del ghiro può comprendere anche animali, in particolare alcuni invertebrati (insetti e molluschi). Il periodo riproduttivo si situa in primavera, al risveglio dal letargo. Le femmine partoriscono una sola volta all'anno, da 2 a 8 piccoli, dopo una gestazione di circa un mese. Può accadere che più femmine utilizzino contemporaneamente una cavità di un albero o lo stesso riparo per partorire ed allevare la prole; questo fatto accade generalmente quando in una zona si verifica una riduzione di rifugi naturali. In caso di pericolo o di eccessivo disturbo la femmina abbandona la tana e trasporta i propri piccoli in un luogo più sicuro. Una rara sottospecie, il ghiro sardo (Glis glis melonii), ritenuto estinto, è stato avvistato da una naturalista di Urzulei, a distanza di 25 anni dall'ultima segnalazione, nell'estate del 2006, nel Supramonte. È visibile anche nei boschi di Ollolai.
Diffusione
Il ghiro ha un areale che comprende Europa e Asia. 0In Europa è presente dal nord della Spagna fino all'Ucraina. In Italia è molto comune, tranne che nella Pianura Padana, nella penisola salentina, e nella Sicilia occidentale. È segnalato sulle Alpi fino ai 1500 metri di quota. In Sardegna è presente assieme ad una sottospecie locale che si credeva scomparsa. È inoltre presente in molte isole mediterranee tra cui l'isola d'Elba e l'isola di Salina.
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Stato: Belgium |
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Stato: Latvia |
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